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28 ott 2016

Usciamo il cane o lo portiamo fuori? B2.2

OTTOBRE 2016

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Terza settimana- B2.2:
Usciamo il cane o lo portiamo fuori?

Martedì abbiamo ancora ripassato come lavorare con il drive, e sembra che stiamo avanzando abbastanza bene. Anna aveva in mente di fare una gita in biblioteca ma prima di andarci ha messo il video sulle caratteristiche degli italiani del nord in confronto con quelli del sud, visti tutti e due si potevano avvertire alcune differenze ma alla fine erano proprio minime.
Nel video si ascoltava la frase ho uscito il cane, che ci ha colpito e ha ispirato il titolo della nostra cronaca, perché per noi il verbo uscire ha più il senso di “salir” e non di “sacar”.


Anna ha domandato al gruppo  I ragazzi del Ponte Vecchio, di scegliere una lettura dal libro dello studente e loro hanno scelto dell’unità 29 “Le donne nell'antica Roma”, sulla quale dovremo fare dei commenti.

Giovedì siamo andati in biblioteca dove ognuno di noi ha scelto un libro da proporre ai compagni come libro di lettura del primo trimestre, dobbiamo dunque fare un riassunto sul libro scelto (nel Moodle) argomentando perché crediamo che è un libro molto interessante da leggere.


Vorremmo anche fare una chiamata sul problema dell’immigrazione e dei rifugiati in Italia e i grandi problemi accaduti nel mare Mediterraneo, ed è per ciò che qui facciamo un succinto riassunto di due articoli che sono apparsi nel giornale El País questa settimana, Rifugiati per popolare l’Italia rurale” (mercoledì 19) e Mayday, possono venire ad aiutarmi?(Giovedì 20).
Nel primo articolo Álvaro Sánchez, ci fa conoscere come il sindaco, Giuseppe Alfarano, di un piccolo paesino (Camini), ha parlato nell’Eurocamera, per raccontare come un gruppo di uomini e donne che fuggivano dalla morte, sono stati i responsabili di restituire al paesino un’idea di sopravvivenza che si pensava impossibile. A duecento chilometri, senza uscire dalla Calabria, un altro paesino, Acquaformosa, ha ricevuto cento rifugiati e ogni anno celebrano fra cinema e concerti il Festival dell'Immigrazione, il suo sindaco, Giovanni Manoccio, ha difeso nell’Eurocamera l'effetto rivitalizzante dei nuovi moratori usando le parole del vecchio prete del paese  “Saranno gli ultimi, i meno fortunati, quelli che salveranno l’umanità”.
Per quanto riguarda l’altro articolo, Pablo Ordaz, parla del numero di migranti che sono stati salvati dalla Guardia Costiera, dell’ordine di 700.000 dal 1991. L’Italia ha ricevuto quest’anno 144.679 migranti attraverso il Mediterraneo. ”Il più importante nel nostro lavoro, dice un portavoce della Guardia Costiera, è la rapidità e la coordinazione, si deve tener conto che qualche volta dobbiamo coordinare 50 operazioni di riscato simultaneamente”.
Nel mese di Maggio scorso, 38 ambasciatori africani accreditati a Roma chiesero di essere ricevuti dall' ammiraglio Vincenzo Melone (comandante generale della Guardia Costiera) per ringraziarlo per il suo lavoro. “Fu un atto emozionante” dichiarò l’ammiraglio.  

“Negli ultimi sei anni sono morti più di quindicimila persone nel tentativo di raggiungere l’Europa. Vogliamo che il Mediterraneo smetta di essere una gigantesca fossa comune e ritorni ad essere un posto dove vivere storie meravigliose come quelle che cantò Serrat.”

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Autori
I Peperoncini

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